Perché volontari?
Quando ISF BA è stata creata i suoi fondatori, essendo la realtà ISF già esistente, si sono da subito confrontati con la Carta dei Principi rimanendo ben saldi a due aspetti che hanno ritenuto esserne peculiari: il volontariato e l'ambito d'azione universitario.
In particolare il secondo, ha determinato la radicata convinzione che ISF altro non potesse essere che una associazione volontaria, facendo sì che oggi, alla domanda sul perché di questa scelta (tanto consapevole a livello di associazione nella rete che a livello di soci nella sede locale), la risposta diviene quasi naturale.
Per noi ISF è PRIMA DI TUTTO una OPPORTUNITA'.
Una opportunità offerta agli studenti, in una realtà quale quella universitaria, di crescita, esperienza, arricchimento umano personale.
Isf nasce certamente con l'intento di legare la realtà di studenti e professionisti di ingegneria al mondo della cooperazione Internazionale, ma con la ferma consapevolezza che la COOPERAZIONE NON SI IMPROVVISA, come ha già detto qualcuno.
ISF si è assunta in questo disegno un ruolo fondamentale per due aspetti: la FORMAZIONE alla cooperazione è la base per qualsiasi esperienza in questa realtà e NESSUNO OGGI offre questa formazione se non a caro prezzo.
In questo senso ISF diviene un'associazione unica nel suo genere in cui è estesa a tutti indistintamente la possibilità di dare il proprio contributo e ricevere un accrescimento personale, chiedendo in cambio il supporto che ciascuno è in grado di offrire.
Così la scelta dei progetti a cui ISF si approccia è, come si legge nel documento di Lecce, prima di tutto finalizzata a permettere agli studenti (e non solo) di avvicinarsi alla cooperazione internazionale per poterla conoscere e osservare, dandogli quella esperienza che tante ONG oggi richiedono per approcciarsi a questo tipo di realtà professionale e che può costituire una carta da giocarsi per entrare a farne parte, nonché la formazione e il METODO che ISF riconosce necessari per lavorare in questo mondo.
Chiariti gli obiettivi la scelta del volontariato diviene l'unica coerente con essi: la carta d'identità dell'associazione deve infatti rispecchiarne gli intenti.
In questa visione ISF si costituisce come una piazza di scambio, dialogo, apertura che, perchè il confronto sia reale e proficuo, deve fondarsi sulla fiducia tra i soci e in cui deve essere assente ogni forma di competitività e interesse: la possibilità di offrire il tempo, le competenze e le capacità che ognuno ha a disposizione, infatti, crea certamente delle differenze che in ambito non volontario possono essere lette come diversità e motivo di contrasto, mentre in uno di VOLONTARIATO rappresentano solo delle UNICITA'; irripetibili. La componente del Dono, prerogativa del volontario permette a ciascuno di dare quanto può, garantisce che ciò venga fatto con passione e che tale passione rappresenti uno stimolo per gli altri.
La realtà ISF come associazione di volontariato diviene così rappresentazione della Cooperazione disegnata con quella IDEA alla quale ISF tende: in cui si parli di AIUTI REALI, in cui il DONO rappresenti una componente fondamentale e soprattutto in cui i beneficiari, una volta formati vengano resi in grado di proseguire il proprio percorso in maniera del tutto autonoma e autosufficiente.
Il successo di questa linea d'azione è dimostrato dal forte legame che unisce i soci di ISF BA tra loro, con l'associazione e gli ideali che rappresenta, con i suoi progetti e con i suoi obiettivi. In questo vediamo raggiunto l'intento iniziale e siamo fortemente convinti che Isf possa essere QUESTO e nient'altro. Riconosciamo però che proprio quando questo legame con l'associazione diviene più forte perchè vi si investono moltissime risorse, le necessità quotidiane portano alcuni soci a dover rinunciare a questa componente della propria vita, divenuta tanto importante.
E' forse qui , in questo passaggio delicato tra mondo universitario e mondo del lavoro, che viene a crearsi il dubbio di alcuni circa la possibilità di far evolvere l'associazione secondo la propria evoluzione.
Però ci chiediamo: è giusto che ISF sia legata alla vita delle persone?? Non vogliamo invece che essa continui ad essere ciò che è stato per noi, ad offrire agli altri ciò che a noi è stato offerto? Che lavori per garantire continuità alla diffusione di quegli ideali che così fortemente abbiamo abbracciato tanto da volerli assumere da pilastri fondanti la nostra attività e la nostra vita?
Per ISF BARI la risposta è scontata, in quanto la possibilità di coinvolgimento di tutti che è per noi nelle prerogative di un'associazione di volontariato, permette ad ognuno di avere il proprio ruolo e quindi non implica necessariamente l'esclusione di coloro che hanno maturato il loro percorso di crescita. Anzi proprio dai più maturi e formati dovrebbe nascere la necessità di “passare il testimone†a chi sta compiendo il suo percorso di formazione nell'università, affinchè ISF non perda il suo ruolo centrale all'interno accademico.
Se tutto questo può apparire poco concreto, in realtà una visione tale trova larga interpretazione nella quotidianità dell'associazione: i progetti che ISF deve abbracciare hanno prima di tutto lo scopo di formare gli studenti e quindi devono essere tali da permetterne la partecipazione. Devono essere condivisibili, permettendo a ciascuno di dare il proprio supporto e prevedere un più o meno ampio spettro di complessità delle azioni per far si che ogni socio attivo possa avere il suo ruolo: l'esperto possa fare da guida e garantire la propria conoscenza tecnica e professionalità, lo studente possa essere coinvolto imparando UN METODO e acquisendo delle competenze.
Da questo, la necessità di realizzare progetti piccoli o di collaborazione con altre associazioni in cui il supporto professionale possa essere tale da essere fornito gratuitamente o sotto remunerazione di altri partner di progetto e che ci sia spazio per la formazione dello studente.
Così sembra ristabilito quell'equilibrio che permette ancora una volta di coinvolgere tutti e garantire la sopravvivenza dell'associazione in quelli che sono gli intenti e gli ideali attuali.
Lo studente, in questo modo, è al centro dell'associazione, ma non ne è il fine. L'obiettivo rimane il Futuro e la diffusione degli ideali che impugniamo, attraverso lo studente, la sua passione, il suo impegno e soprattutto il legame con gli altri soci fondato su una fiducia garantita dal disinteresse.
In questo modo il RUOLO di ISF nell'università diviene unico e irripetibile perchè fornisce ai futuri professionisti un terreno fertile in cui trovare uno spazio di condivisione di determinate idee e il supporto necessario a farle maturare e diffondere.
In particolare il secondo, ha determinato la radicata convinzione che ISF altro non potesse essere che una associazione volontaria, facendo sì che oggi, alla domanda sul perché di questa scelta (tanto consapevole a livello di associazione nella rete che a livello di soci nella sede locale), la risposta diviene quasi naturale.
Per noi ISF è PRIMA DI TUTTO una OPPORTUNITA'.
Una opportunità offerta agli studenti, in una realtà quale quella universitaria, di crescita, esperienza, arricchimento umano personale.
Isf nasce certamente con l'intento di legare la realtà di studenti e professionisti di ingegneria al mondo della cooperazione Internazionale, ma con la ferma consapevolezza che la COOPERAZIONE NON SI IMPROVVISA, come ha già detto qualcuno.
ISF si è assunta in questo disegno un ruolo fondamentale per due aspetti: la FORMAZIONE alla cooperazione è la base per qualsiasi esperienza in questa realtà e NESSUNO OGGI offre questa formazione se non a caro prezzo.
In questo senso ISF diviene un'associazione unica nel suo genere in cui è estesa a tutti indistintamente la possibilità di dare il proprio contributo e ricevere un accrescimento personale, chiedendo in cambio il supporto che ciascuno è in grado di offrire.
Così la scelta dei progetti a cui ISF si approccia è, come si legge nel documento di Lecce, prima di tutto finalizzata a permettere agli studenti (e non solo) di avvicinarsi alla cooperazione internazionale per poterla conoscere e osservare, dandogli quella esperienza che tante ONG oggi richiedono per approcciarsi a questo tipo di realtà professionale e che può costituire una carta da giocarsi per entrare a farne parte, nonché la formazione e il METODO che ISF riconosce necessari per lavorare in questo mondo.
Chiariti gli obiettivi la scelta del volontariato diviene l'unica coerente con essi: la carta d'identità dell'associazione deve infatti rispecchiarne gli intenti.
In questa visione ISF si costituisce come una piazza di scambio, dialogo, apertura che, perchè il confronto sia reale e proficuo, deve fondarsi sulla fiducia tra i soci e in cui deve essere assente ogni forma di competitività e interesse: la possibilità di offrire il tempo, le competenze e le capacità che ognuno ha a disposizione, infatti, crea certamente delle differenze che in ambito non volontario possono essere lette come diversità e motivo di contrasto, mentre in uno di VOLONTARIATO rappresentano solo delle UNICITA'; irripetibili. La componente del Dono, prerogativa del volontario permette a ciascuno di dare quanto può, garantisce che ciò venga fatto con passione e che tale passione rappresenti uno stimolo per gli altri.
La realtà ISF come associazione di volontariato diviene così rappresentazione della Cooperazione disegnata con quella IDEA alla quale ISF tende: in cui si parli di AIUTI REALI, in cui il DONO rappresenti una componente fondamentale e soprattutto in cui i beneficiari, una volta formati vengano resi in grado di proseguire il proprio percorso in maniera del tutto autonoma e autosufficiente.
Il successo di questa linea d'azione è dimostrato dal forte legame che unisce i soci di ISF BA tra loro, con l'associazione e gli ideali che rappresenta, con i suoi progetti e con i suoi obiettivi. In questo vediamo raggiunto l'intento iniziale e siamo fortemente convinti che Isf possa essere QUESTO e nient'altro. Riconosciamo però che proprio quando questo legame con l'associazione diviene più forte perchè vi si investono moltissime risorse, le necessità quotidiane portano alcuni soci a dover rinunciare a questa componente della propria vita, divenuta tanto importante.
E' forse qui , in questo passaggio delicato tra mondo universitario e mondo del lavoro, che viene a crearsi il dubbio di alcuni circa la possibilità di far evolvere l'associazione secondo la propria evoluzione.
Però ci chiediamo: è giusto che ISF sia legata alla vita delle persone?? Non vogliamo invece che essa continui ad essere ciò che è stato per noi, ad offrire agli altri ciò che a noi è stato offerto? Che lavori per garantire continuità alla diffusione di quegli ideali che così fortemente abbiamo abbracciato tanto da volerli assumere da pilastri fondanti la nostra attività e la nostra vita?
Per ISF BARI la risposta è scontata, in quanto la possibilità di coinvolgimento di tutti che è per noi nelle prerogative di un'associazione di volontariato, permette ad ognuno di avere il proprio ruolo e quindi non implica necessariamente l'esclusione di coloro che hanno maturato il loro percorso di crescita. Anzi proprio dai più maturi e formati dovrebbe nascere la necessità di “passare il testimone†a chi sta compiendo il suo percorso di formazione nell'università, affinchè ISF non perda il suo ruolo centrale all'interno accademico.
Se tutto questo può apparire poco concreto, in realtà una visione tale trova larga interpretazione nella quotidianità dell'associazione: i progetti che ISF deve abbracciare hanno prima di tutto lo scopo di formare gli studenti e quindi devono essere tali da permetterne la partecipazione. Devono essere condivisibili, permettendo a ciascuno di dare il proprio supporto e prevedere un più o meno ampio spettro di complessità delle azioni per far si che ogni socio attivo possa avere il suo ruolo: l'esperto possa fare da guida e garantire la propria conoscenza tecnica e professionalità, lo studente possa essere coinvolto imparando UN METODO e acquisendo delle competenze.
Da questo, la necessità di realizzare progetti piccoli o di collaborazione con altre associazioni in cui il supporto professionale possa essere tale da essere fornito gratuitamente o sotto remunerazione di altri partner di progetto e che ci sia spazio per la formazione dello studente.
Così sembra ristabilito quell'equilibrio che permette ancora una volta di coinvolgere tutti e garantire la sopravvivenza dell'associazione in quelli che sono gli intenti e gli ideali attuali.
Lo studente, in questo modo, è al centro dell'associazione, ma non ne è il fine. L'obiettivo rimane il Futuro e la diffusione degli ideali che impugniamo, attraverso lo studente, la sua passione, il suo impegno e soprattutto il legame con gli altri soci fondato su una fiducia garantita dal disinteresse.
In questo modo il RUOLO di ISF nell'università diviene unico e irripetibile perchè fornisce ai futuri professionisti un terreno fertile in cui trovare uno spazio di condivisione di determinate idee e il supporto necessario a farle maturare e diffondere.